domenica 23 marzo 2008


Teen spirits


La vera storia degli Alchemyq


Questa è solo una storia...frutto della fantasia o realmente accaduta,chi può dirlo...è solo una storia,nient'altro che una storia...mi va di raccontarla,mi va di essere il protagonista...la scrivo così come mi passa per la testa...non voglio pensare se mi è accaduta veramente o è solo un delirio della mia immaginazione...ma se fosse realmente accaduta,beh, è stata indimenticabile.

...GRAZIE A ROBERTO PER LA COLLABORAZIONE...



Fumo di sigaretta e lunghi capelli confusi nel delirio frenetico delle Vic Firth; dita piene di anelli che scivolano sicure ed energiche sulle quattro corde; la camicia strappata sul petto nudo esposto alla fame del pubblico, già ebbro del torrenziale fiume di decibel. Il led rosso che non smette di pulsare, le valvole che gemono di rabbia in un ruggente orgasmo di watt, le pelli tese allo spasmo, le corde continuamente stuprate dalla furia del plettro.

Questi erano gli Alchemyq: non potrò mai ricordarli in modo diverso.

Tutto cominciò durante una lezione di storia come ce ne sono tante; li vedevo seduti, loro tre, visibilmente annoiati e già inseparabili, ognuno intento a fare altro: Luke leggeva avidamente “On the road”, perso nel suo quotidiano delirio a stelle e strisce; Fancisco sorseggiava sottobanco una Heineken ascoltando un vecchio disco dei Sex Pistols, sognando di cavalcare la sua chitarra purosangue come Steve Jones: GOD SAVE THE QUEEN!

Roy aveva già finito di spennare a poker i due gonzi del banco avanti; tutto come al solito, insomma. Fu in quel momento che ebbe l’idea di fondare una band, lui e gli altri inseparabili compagni: il temibile professor Padovani stava discorrendo di magia ed alchimisti…

Stop! Alchimisti: sarebbero stati i nuovi alchimisti del rock!

Sul nome, Alchemyq, furono tutti e tre d’accordo, meno su chi sarebbe stato il leader. Decisero che Francisco sarebbe stato il virtuoso carismatico da consacrare alle folle, Luke il batterista dannato, bello e senz’anima, Roy la silenziosa guida nell’ombra, genio visionario e tormentato.

Ancora ricordo quel 16 Novembre di tanti anni fa, quelle note ancora acerbe ma già impressionanti che scaturivano dalla saletta del loro liceo. Durò poco: dopo un paio di mesi tentarono di soffocarli, chiudendo la sala per farvi un’altra palestra. I tre dovettero chiedere asilo al loro vecchio amico Serge, che accettò di diventare il loro mecenate e li ospitò presso i suoi studi di St. Peter Park, colpito dall’incredibile talento dei tre.

Se ne accorsero anche alla loro scuola, pentendosi di averli allontanati, e li invitarono alla prestigiosa kermesse di fine anno insieme alla guest star Max Ceciolo, famosissimo pianista jazz italoamericano. Il rifiuto fu immediato ed inappellabile. Solo una cosa avrebbe potuto far loro cambiare idea: il calore e l’affetto dei vecchi fan. Alla fine accettarono.

Ancora mi riecheggiano nella mente le note della loro musica sublime. Fu un enorme successo, ma finì tragicamente troppo presto: dopo appena venti minuti Francisco si accasciò privo di sensi sul palco sbronzo di whisky e rock, colpito da un coma etilico. All’apice del successo gli Alchemyq furono costretti a separarsi nell’attesa che Francisco vincesse la sua battaglia con il peggior nemico che una rockstar possa avere.

Almeno trecento persone si assiepavano davanti ai St. Peter Park Studios, quasi un anno dopo: ragazze da sogno si strappavano i capelli, disposte a fare qualunque cosa pur di varcare quella porta, mentre i membri della loro cover band li acclamavano a gran voce, sfoggiando la t-shirt ufficiale del gruppo: gli Alchemyq erano tornati!

Qualche sera dopo sarebbe nato il loro più grande successo. Nacque tutto per caso, durante uno dei soliti sfrenati party a casa di Francisco. Luke fumava distrattamente la sua ennesima Camel mentre Jo, la sua groupie preferita, gli leggeva una raccolta di ballate irlandesi; Francisco strimpellava invece pigramente a bordo piscina la sua chitarra, per una volta acustica, insieme a Cloe, la sua donna: partì come un gioco, diventò un successo: era nata “Molly Is Alive”.

Gli alberi fioriti di Primavera furono la cornice del loro album, realizzato insieme ad uno dei più richiesti produttori di allora: Alex Tokyo, già al lavoro con gli Unforgettable Fire di Andreas Gentle, loro grande amico e rivale, e con il virtuoso percussionista di origini castigliane Manuel de la Vega. L’immediato successo in classifica contribuì a rendermi ancora più impaziente di vedere finalmente di nuovo gli alchimisti all’opera sul palco.

Il 25 Aprile di quell’anno così bello e così maledetto ero uno dei 25.000 che assiepavano il Joe’s Garage, per un concerto destinato ad entrare nella leggenda. Accompagnati da ospiti straordinari come Andreas Gentle alla seconda chitarra, la vocalist Tina Nuzzo e per l’occasione Sander Beat alla batteria, per permettere a Luke di calarsi alla perfezione nei suoi nuovi panni di vocalist, i tre eseguirono tutti i loro classici e chiusero nel delirio generale con la trionfale “Molly Is Alive”, con il nuovo, strepitoso duetto di Luke e Tina.

Sembrava l’inizio di una nuova gloriosa stagione, ma finì troppo presto. Non posso dimenticare quel maledetto trillo che mi annunciò che Francisco era stato trovato esanime, soffocato dal suo stesso vomito, e la voce disperata di Cloe, la donna che più di tutte lo aveva amato, sempre al suo fianco nella sua battaglia. Ma ormai era tutto finito, e Francisco quella battaglia l’aveva persa.

Curai personalmente l’organizzazione del concerto tributo a Francisco, unica occasione in cui venne suonata “Lady Of My Dreams”, ultima fatica rimasta incompiuta e dedicata a quella donna ideale che tutti cercano e che forse Francisco aveva trovato in Cloe. C’ero anch’io il giorno in cui Roy e Luke giurarono in lacrime, sulla tomba piena di fiori, che gli Alchemyq erano morti insieme a lui.

Così finisce la storia della band che più di tutte ho amato, e a chi si chiede chi sono… risponderò: “semplicemente il più grande fan degli Alchemyq, sin da quando li ho visti nascere tra i banchi di scuola snobbando le mie lezioni di storia per inseguire i loro sogni di giovani spiriti.”

venerdì 14 marzo 2008

"The Mark" al Detour by Superga Cinema

La redazione del mensile “SupergaCinema” nella incantevole sala Detour di via Urbana 47 (fermata metro Cavour) avrà il piacere di presentarvi giovedì 20 marzo alle 20.45 (circa) l’horror indipendente “The Mark". Alla fine della proiezione seguirà un dibattito con il produttore Davide Mancori e lo sceneggiatore Andrea Materia…